Il dieci volte campione del mondo francese ha vinto domenica il suo settimo Grande Slam parigino, battendo in finale il giapponese Hyoga Ota.
Non poteva lasciare Lucie Décosse da sola in cima all’Accor Arena di Bercy. Vincendo la finale dell’evento over 100 chili domenica 5 febbraio, Teddy Riner ha raggiunto il suo connazionale in cima alla lista dei premi del torneo con sette titoli. E riaffermare, se ce ne fosse stato bisogno, che era ancora lui il capo.
Soprattutto, e questa è forse la cosa più importante, Teddy Riner ha portato i suoi segni, come un gigante, sul tatami che ospiterà i Giochi Olimpici tra un anno e mezzo. A 33 anni, il triplice oro olimpico coglie anche l’occasione per un sensazionale ritorno sul palcoscenico parigino, dieci anni dopo il suo ultimo titolo. L’uomo è inossidabile.
Rapido e paziente
Anche se lui stesso ha ammesso al canale televisivo francese L’Equipe di essere “solo al 70-80% del suo potenziale” dopo la vittoria finale, Teddy Riner ha colpito duro per il suo ritorno. Per tutto il giorno, il campione francese non ha mai smesso di crescere in potenza, mescolando esplosività ed esperienza. Il suo primo incontro ha dato il tono a questa domenica: solo 29 secondi per il suo ingresso contro il bahreinita Azamat Chotchaev.
Il kazako Adil Orazbayev, vincitore a sorpresa della doppia medaglia olimpica brasiliana Rafael Silva nell’incontro precedente, non ha resistito a lungo nel terzo round: 2’35” di combattimento e un secondo uchi-mata di fila. Nei quarti di finale, l’azero Dzhamal Gamzatkhanov, con il profilo che Riner odia: mancino, meno forte. Ma il Guadalupano ha finito per vincere con un punteggio d’oro questa volta, contro un avversario più concentrato a resistere che a tentare davvero la fortuna.
Avversari che evitano il confronto
Riner si è poi spaventato contro l’uzbeko Alisher Yusupov. Il numero 6 del mondo nella categoria oltre i 100 chili pensava di essere in vantaggio con un waza ari dopo poco più di due minuti di combattimento, prima che i giudici invalidassero l’attacco mal controllato. Riner ha subito la stessa sorte pochi istanti dopo, ma ha approfittato degli avvertimenti ricevuti all’inizio dell’incontro da Yusupov per vincere per logoramento lo shido di un terzo avversario per essersi rifiutato di combattere.
Un destino simile attendeva la giapponese Hyoga Ota, due volte vincitrice di un Grande Slam (Ekaterinburg 2018, Tokyo 2022) in finale. Incapace di rovesciare la statua che aveva di fronte, preferendo ripiegare piuttosto che combattere, ha dovuto cedere la vittoria a Riner, che ha ritrovato il gusto del successo sul terreno di casa dieci anni dopo l’ultimo titolo. È stato un ottimo modo per chiudere il cerchio prima di riannodare i fili tra un anno e mezzo, in occasione dei Giochi Olimpici.