Qual è la città che frutta meno denaro in Italia? Tra il 2019 e il 2021, in 22 delle 107 province italiane, i salari dei lavoratori dipendenti sono diminuiti.
La notizia poco positiva è stata riportata dal Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne.
Secondo l’analisi delle componenti del reddito disponibile a prezzi correnti, nel periodo 2019-2021, in media, un lavoratore ha registrato una perdita di 312 euro, mentre a livello nazionale si è verificata una crescita di circa 301 euro.
Le 22 province coinvolte in questa situazione sono: Firenze, Prato, Valle d’Aosta, Biella, Venezia, Vercelli, Arezzo, Lecco, Fermo, Rimini, Como, Varese, Gorizia, Napoli, Catania, Ferrara, Messina, Verbano-Cusio-Ossola, Lodi, Taranto, Sondrio e l’Aquila.
Guadagno più alto in Italia: dove?
Il capoluogo lombardo si posiziona al vertice per gli stipendi più elevati. A Milano i lavoratori risultano di fatti coloro con lo stipendio più alto, ciò significa che i dipendenti in questa area godono del reddito pro capite più elevato del Paese.
Per coloro che lavorano in questa zona, lo stipendio medio annuale nel 2021 è stato di 30.464,86 euro, con un aumento del 6,7% rispetto al 2019.
Questa cifra equivale a due volte e mezzo la media nazionale di 12.473 euro e ben nove volte superiore rispetto a quella di Rieti, la città con il reddito più basso, che si attesta a 3.317 euro.
Va detto che a Milano il reddito da lavoro dipendente costituisce oltre il 90% del reddito disponibile, in netto contrasto con il 23,9% di Rieti e il 63,1% della media nazionale.
Al secondo posto nella classifica troviamo Bolzano, con un reddito medio di 18.942,08 euro, seguita da Bologna al terzo posto, con un reddito medio di 18.628,65 euro.
Guadagno dei dipendenti veneti
Nella regione Veneto, sembra che vi siano collocati molti posti in cui i guadagni son piuttosto alti:
- Vicenza al nono posto nazionale con 16.451,67 euro.
- Verona al dodicesimo posto con 15.749,16 euro.
- Padova al diciannovesimo posto con 13.924,12 euro.
- Treviso al ventunesimo posto con 13.668,82 euro.
- Belluno in posizione 34 con 11.862,50 euro.
- Venezia al trentaquattresimo posto con 11.650,52 euro.
Le tre città che hanno subito la maggiore perdita assoluta nella media dei salari, con una riduzione di oltre mille euro ciascuna, sono: Venezia, Firenze e Prato, città colpite sicuramente dal grave danno pandemico e l’indotto legato al turismo.
Dall’altra parte, le città con le maggiori crescite in termini di guadagno medio sono state:
- Milano, con un aumento di +1.908 euro.
- Parma, con un aumento di +1.425 euro.
- Savona, con un aumento di +1.282 euro.
Ulteriormente, l’analisi conferma che geograficamente vi è una variazione da territorio a territorio e che non sempre questo rispetta la comune divergenza na tra Nord e Sud a cui tutti siamo comunemente abituati.
A dimostrazione di ciò, vi è il confronto tra le graduatorie del Pil pro-capite ovvero la produzione della ricchezza con quella delle retribuzioni.
Emerge chiaramente che nel primo caso le ultime trenta posizioni correnti, ad eccezione di Rieti, sono occupate da province meridionali mentre se parliamo delle retribuzioni medio-alte allora in tal caso le posizioni occupate sono 10 e si contano come province del centro-nord.
In particolare, Milano si piazza al primo posto in Italia per il valore pro-capite dei salari. Ma è interessante notare che Savona registra un notevole aumento del +14,3%, seguita da Oristano con un +11,8% e Sud Sardegna con un +11,2% tra i maggiori incrementi delle retribuzioni.
L’importanza delle retribuzioni
Tra il 2019 e il 2021, la quota pro-capite del reddito da lavoro dipendente rispetto al reddito totale disponibile è rimasta costante al 63%.
Tuttavia, in 42 delle 107 province, di cui solo sei nel Mezzogiorno, questa percentuale è aumentata dal 68,7% nel 2019 al 69,7% nel 2021.
In generale, l’importanza delle retribuzioni rispetto al reddito disponibile è più pronunciata nelle città metropolitane, con una percentuale del 71,3%, mentre è meno evidente nelle province, con una percentuale del 57,6%. Alle estremità di questo intervallo si trovano Rieti, con il 23,9%, e Milano, con il 90,7%.